RICHIESTA DI CHIARIMENTI INVIATA ALL'ING. SERGIO TAMI IL 1° MAGGIO 2013

 

NON CI HA MAI RISPOSTO... CHI TACE ACCONSENTE?

 

 

Massagno, 1° maggio 2013

 

Egregio Ing. Tami,

 

le scrivo dopo avere partecipato alla serata informativa a Massagno del 25 aprile u.s. alla quale eravamo presenti entrambi come relatori.

Il suo intervento è risultato molto ostico per tutti, tant’è che la sala, e soprattutto uno dei relatori che sostiene la copertura della piscina estiva, hanno capito i dati in modo completamente differente rispetto a coloro che si erano già documentati.

Da ieri “Telemassagno”, che ha registrato tutta la serata, ha pubblicato l’intervento su youtube, pertanto abbiamo potuto riascoltarlo e capirlo ancora meglio.

Per sua informazione le ho trascritto quanto da lei detto:

“Io non sono addentro nella vostra vita politica né sociale, mi esprimo qui solo dal profilo tecnico.

È vero c’è una pubblicazione della confederazione dove si dice che le coperture leggere hanno un consumo attorno a 3 - 4 volte superiore ad un involucro ben isolato, questo è vero, ed è per quello che questa pubblicazione è stata fatta per obbligare le nuove coperture un certo coefficiente U dei teli, e quello è vero. Però è altrettanto vero ed è giusto sottolinearlo che più o meno il consumo energetico di una piscina coperta, quello che è l’involucro incide il 5/10 %, il 40% è la deumidificazione (35%), e il 60% è produrre l’acqua calda per le piscine e per le docce. Quindi stiamo parlando di una quota parte minima. Noi abbiamo fatto ad esempio l’acqua park, è completamente coperto il 3% del consumo è dato da questa copertura, il 97% è l’acqua calda per…….”

 

Ora le scrivo qual è il messaggio che è passato fra la maggioranza dei presenti e invece quello capito da noi riascoltando il suo pezzo.

 

La maggioranza dei presenti, compreso Fabio Nicoli che ha poi usato la sua interpretazione per scrivere un articolo sul CdT di sabato 27 aprile, ha inteso che:

 

  • il dispendio totale energetico per la copertura di una piscina estiva con un pallone pressostatico è di solo il 3/5 % superiore a quello consumato da una piscina coperta classica, in muratura o cemento.


Noi abbiamo capito qualcosa di diverso

 

  • Lei ha portato due esempi, il primo di una piscina coperta da pallone pressostatico “normale” e il secondo della copertura dell’acqua park di Rivera. Noi prendiamo in considerazione quello di una copertura “classica”.

 

  • Lei ha confermato che le coperture leggere (pallone) hanno un consumo attorno a 3 – 4 volte superiore rispetto a un involucro ben isolato (piscina coperta classica).

 

  • Sia nel caso di una piscina con copertura leggera (pallone) che nel caso di una copertura tradizionale (involucro ben isolato), il consumo energetico percentuale incide per il riscaldamento dell’aria il 5 – 10%, per la deumidificazione il 35% (30%?) e per il riscaldamento dell’acqua (piscina + docce) il 60%.

 

  • Sapendo che in una piscina coperta la temperatura dell’aria deve essere almeno di 3 gradi superiore a quella dell’acqua, per impedire la formazione di condensa e quindi l’effetto “pioggia”, si può affermare che quel 5/10% serve proprio a mantenere questo delta di 3 gradi; però il calore “base” dell’aria è assicurato dal calore che perde l’acqua. Pertanto si può affermare che il riscaldamento principale dell’aria avviene attraverso la dispersione di calore dell’acqua.

Oppure quel 5/10% serve solamente a riscaldare l’aria che passa nelle “camere d’aria” della copertura leggera?

 

In buona sostanza chiediamo:

 

Immaginiamo di avere due piscine coperte. Si può affermare che non vi siano importanti differenze (NON PERCENTUALI, MA TOTALI) per quanto concerne il dispendio energetico fra una copertura leggera (pallone) o una con involucro ben isolato (cemento armato o altro); e quindi non è vero, come si afferma nel documento federale, che la differenza sia di 3 / 4 volte superiore?

 

Da ultimo:

 

  • Considerato che la piscina estiva Valgersa è una struttura molto vecchia e quindi la vasca stessa non è adeguatamente isolata.
  • Considerato che l’impiantistica è altrettanto vetusta.
  • Considerato che l’attuale caldaia della Valgersa serve a scaldare l’acqua solo saltuariamente e non in modo continuativo come sarebbe il caso durante i mesi invernali.
  • Considerato che la quantità d’acqua delle piscine Valgersa (1124 m3) è quasi il triplo rispetto a quella che si dovrebbe realizzare presso le scuole Nosedo (400 m3), e quello dell’aria è più del doppio.

 

DOMANDA: È veramente sostenibile che il dispendio energetico e quindi i costi siano sostanzialmente uguali?

 

 

La ringrazio e la saluto cordialmente,

 

 

Dolores Caratti Talarico