GdP, 03/02/2013


Tra referendum e finale di Coppa

 

Venticinque anni fa o giù di lì andavo ogni tanto nella palestra dell’allora scuola Propedeutica di Savosa a vedere la SAM Massagno Basket. Un po’ perché giocava un mio amico, un po’ perché il “fenomeno” SAM mi ha sempre appassionato: una società di paese che riusciva a essere ai vertici del basket nazionale. E nel corso dei decenni questo fenomeno si è confermato, tra alti e bassi (la notizia dell’accesso alla finale di Coppa Svizzera della SAM dice che gli alti non mancano...), mantenendo però sempre la sua caratteristica di società ancorata al Comune e figlia di un movimento associativo – la SAM – che ha pochi eguali nel nostro Cantone. Massagno beneficia di questa società a piene mani, perché permette ad una cittadina avvinghiata alla più grande Lugano di perpetuare quell’identità di paese che le consente di rimanere attiva, attrattiva, con strutture di base di ottimo livello per la popolazione. E soprattutto: indipendente. Negli ultimi tempi all’osservatore non del tutto distaccato della realtà massagnese balza agli occhi la volontà di “andare contro” che si manifesta a Massagno. Se è vero che la critica può portare, spesso, al miglioramento delle soluzioni e dei progetti più di una rassegnata approvazione di tutto ciò che viene proposto, è altrettanto vero che demolire a priori quanto viene proposto porta ad annullare qualsiasi spinta innovatrice, qualsiasi azione utile a migliorare quelle condizioni che non possono rimanere immutate e ancorate al passato, pena la perdita di velocità. E un comune come Massagno lo sa bene, forse più di altri, proprio per la sua particolare vicinanza con Lugano. Che cosa centra questo con la SAM e

con la finale di Coppa Svizzera? Centra, perché uno dei progetti che si vorrebbe far cadere attraverso un referendum è legato alla seconda fase dei lavori

alle scuole, che comporterebbe la realizzazione di una doppia palestra e di una mensa scolastica, rinunciando alla piscina coperta della scuola. Chi vi si oppone sostiene che non si può chiudere la piscina, minimizzando il fatto che per adeguarla occorrerebbe un investimento di 5 milioni di franchi. La stragrande maggioranza delle forze politiche del

Comune (sinistre escluse) spiegano che a Massagno, oltre alla piscina di Valgersa (che potrebbe essere coperta con una spesa nettamente inferiore e potrebbe essere utilizzata da tutta la popolazione e non solo dagli allievi) vi è pure la piscina coperta all’Atlantide. E che in fatto di palestre il Comune è invece messo alquanto male. Con una squadra in finale di Coppa Svizzera e con un movimento di giovani e meno giovani non legati solo al basket, ma soprattutto all’atletica e alla ginnastica, di oltre mille persone (!) Massagno può rimanere senza palestre? Uno scenario poco lungimirante, per chi apprezza l’autonomia di un Comune che sinora ha saputo diventar grande senza necessità di fondersi con la grande Lugano.