Cdt 02/05/2013 L'opinione

GdP 06/05/2013 L'opinione

La Regione 10/05/2013 Lettera

Massagno, a difesa di un progetto

È entrato nel vivo in queste settimane il dibattito sul credito per la realizzazione delle nuove infrastrutture scolastiche e sportive delle scuole elementari di Massagno. Ho vari motivi per inserirmi nella discussione, cercando di evitare argomenti già ampiamente toccati da altri. Il primo è di natura strettamente personale ed evidenzia un piacevole conflitto d'interessi, essendo padre di tre figli in età scolastica che usufruiranno o meno delle nuove infrastrutture, la cui realizzazione è strettamente legata a questa votazione. Altri motivi che vorrei approfondire, sono legati a temi più generali, ampiamente discussi nel gruppo professionale che presiedo e che ricorrono in maniera costante in ogni votazione su crediti analoghi. Emergono aspetti che toccano da vicino la nostra professione e sui quali vale la pena di soffermarci. Uno degli argomenti centrali dei contrari tocca in particolare la questione dei costi, la cui misura è ritenuta eccessiva ed è dovuta o a scelte architettoniche «lussuose», «a cinque stelle», «monumentali» (citazioni) o a scelte di programma della committenza, definite sproporzionate rispetto alle reali esigenze: in questo caso «il palazzetto dello sport». Per motivare questa opinione si fanno paragoni con esempi simili, facendo intendere che si sta costruendo l'opera più cara che si sia mai realizzata prima d'ora nel nostro cantone. Tocca poi in particolare ai progettisti, con grande fatica ed impiego di tempo, analizzare e dimostrare che i dati, se paragonati correttamente, vale a dire indicizzati, completati negli aspetti mancanti o volutamente omessi, aggiornati nelle esigenze energetiche che in pochi anni sono radicalmente mutate ed i costi ad esso legate esplose, sono praticamente identici. Vi è poi l'aspetto che ogni progetto rappresenta un caso a sé stante ed un preventivo rispecchia fedelmente la peculiare situazione in cui esso si trova inserito. Spetta alla serietà dei progettisti, che in questo caso è indubbia, e degli enti preposti al controllo valutare l'attendibilità delle previsioni. Oltre a questi paragoni, i contrari spesso si lanciano nel gioco delle ipotesi di risparmio, togliendo parti architettoniche ritenute inutili, riducendo spazi «non necessari», ipotizzando soluzioni costruttive meno costose. Sforbiciando quindi l'opera. Se fosse così facile progettare e costruire mi chiedo come mai s'impieghi così tanto tempo ad elaborare un progetto: mesi o anni. Un progetto è sempre frutto di un cammino complesso, che sintetizza una moltitudine di aspetti sia relazionali - legati in questo caso ad una comunità e a chi la rappresenta - che contestuali, quindi il luogo, il programma ed il suo finanziamento. Il vero progetto di architettura sa dare delle risposte ad ognuno di questi aspetti ed il togliere o aggiungere degli elementi, quando possibile, è frutto di un coinvolgimento globale e profondo di ogni singola parte. E qui si entra nell'ultimo aspetto che vorrei toccare, probabilmente il più importante: la qualità del progetto. Un'esigenza che l'edificio pubblico, come in questo caso, deve porre come obiettivo primario per rispetto alla comunità che lo finanzia e lo utilizzerà. Nel caso in questione la proposta dei progettisti si è posta, già nella fase di concorso, un preciso obiettivo: essere parte del pae saggio e definire nuovi spazi pubblici in continuità con la ricchezza dell'impianto esistente. Riconoscere quindi al complesso scolastico di Nosedo il ruolo di spazio d'incontro, non solo scolastico ma di un'intera comunità, in ogni occasione possibile e ampliando l'odierna efficacia. Raggiunge brillantemente questo obiettivo individuando alcune strategie essenziali che danno il cuore all'intervento: interrare parzialmente la struttura per diminuirne l'impatto volumetrico e subordinarlo a quanto già esiste; sostituire l'area occupata dal nuovo edificio con l'uso attivo del tetto in stretta relazione con la nuova mensa; connettere con maggiore efficacia i vecchi e nuovi spazi esterni e gli edifici; offrire ampie coperture di accesso e protezione. Tutti aspetti che, anche grazie alla riduzione del programma, dovuta in primis all'esigenza di contenere i costi, hanno portato ad una soluzione ideale e matura, quella sottoposta al voto. Sono sicuro di un fatto, supportato da tutti gli esempi di votazioni analoghe finora avvenute, per il semplice motivo che il fronte compatto dei contrari si squaglierà non appena ci si dovrà rimboccare le maniche per costruire e non solo per opporsi: un voto negativo al progetto porterà, nella migliore delle ipotesi, ad un lungo periodo prima che si possa concretizzare una nuova proposta. Nella peggiore, prevedo il nulla, per molto, molto tempo, ed i miei figli, primo motivo di questo mio scritto, continueranno ad utilizzare le vecchie infrastrutture fino al loro definitivo decadimento, che non è molto lontano.