InfoMassagno marzo 2013

 

Premesse per un dibattito democratico

 

In un mondo in cui l’informazione, ma al tempo stesso anche la disinformazione, sono sempre di più facile accesso, si possono o meno condividere le opinioni altrui,ma nell’esprimere le proprie è assolutamente necessario stabilire le modalità della loro espressione perché possano davvero

costituire la base di una discussione democratica, piuttosto che l’origine di un’enorme Babele.

Diventa quindi fondamentale che ogni nostro ragionamento, ogni nostra opinione, se finalizzato ad un dibattito che si vuole democratico, possa partire da dati precisi e, soprattutto, basarsi sull’approfondita conoscenza dei fatti. Soprattutto non cadiamo nell’errore di credere che le persone competenti, i tecnici, gli esperti, i consulenti e i professionisti, non siano figure necessarie. Specie in un mondosempre più complesso come il nostro queste figure servono –eccome se servono! – per approfondire i problemi e così formarele nostre opinioni, attraverso un’informazione chiara, trasparente e responsabile.

E questo dovrebbe avvenire con studio, disciplina e rigore: la democrazia per funzionare bene richiede competenza, conoscenza ed autorevolezza.

Senza queste premesse inevitabilmente si creano le contrapposizioni sterili e fini a sé stesse, così si creano i conflitti, il dualismo ad ogni costo, i complotti laddove non esistono, la retorica priva di contenuti seri, documentati e frutto di un’analisi approfondita.C’è la crisi energetica? Bene, l’idrogeno è la soluzione.

Troppi veleni nei campi? Non preoccupatevi, basta la parola biologico e tutto si risolve.Troppe macchine? Facciamo parchi e andiamo in bicicletta. Sono facili slogan, oltretutto accessibili a tutti, che fanno credere che basta la parola magica affinché tutto, così dannatamente complesso per giunta, si risolva…e ognuno convincersi di poter assurgere, senza troppo sforzo, a ruolo di demiurgo, architetto, ingegnere o dottore di pronta laurea.

Con le “ricette pronte per l’uso” e le “frasi fatte”, invece, si aprono straordinari dibattiti e animate discussioni in cui, oltre al sesso degli angeli, rischia di rimanere inevasa la vera soluzione di qualsiasi problema.

Al politico, invece, si richiede ben altra cosa, magari non semplice, ma estremamente chiara fare tutte le analisi e le verifiche necessarie, approfondite e documentate e poi discutere e decidere per arrivare finalmente ad una soluzione il più possibile praticabile, il più possibile condivisa.

E il tutto, ripetiamolo tutti insieme, attraverso un’informazione chiara, trasparente e responsabile.

Questo è il gioco della democrazia, ambito in cui ognuno di noi (amministratore e/o cittadino) ha un ruolo fondamentale e imprescindibile per il suo funzionamento e dove le soluzioni, quelle vere, sono sempre frutto di analisi dettagliate, spesso di compromessi ragionati e, soprattutto, sofferti.

In una recente conferenza tenuta al corso di Biennale Democrazia, manifestazione culturale organizzata dalla città di Torino, lo scrittore e giornalista Antonio Pascale ha iniziato con queste parole il suo intervento:“…Si potrebbe partire da uno schema semplice, il seguente: noi abbiamo delle opinioni, queste ultime vengono lette dai politici di riferimento e poi trasformate in leggi. Da questa equazione si ricava che: opinioni approfondite producono politici seri che si impegneranno nell’elaborazione di buone leggi, mentre a opinioni superficiali corrisponderanno politici superficiali…”

Massagno ha straordinarie potenzialità da consolidare per il futuro dei nostri figli in questo nuovo 2013, speriamo, tutti insieme, di saperne cogliere il senso e l’opportunità, attraverso l’assunzione consapevole delle nostre responsabilità nei confronti delle generazioni future.

 

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Cdt 24/01/2013

 

La «Babele» massagnese

 
A conclusione di un suo recente scritto, il primo firmatario del referendum massagnese segnala che un progetto con doppia palestra, mensa e piscina scolastica c'è ed è pronto per essere costruito in sostituzione di quello deciso dal Consiglio Comunale.
Peccato che l'autore si sia dimenticato di comunicarne ai suoi lettori il costo di 23 milioni e segnalare che l'opera così prevista determina, sul territorio adiacente alle attuali scuole, qualcosa come 29.000 metri cubi: solo la bazzecola di 5 milioni (noccioline!) e 8.000 metri cubi (pari ad un quartiere di 8 case unifamiliari!) in più rispetto a quanto deciso dal Consiglio comunale.
Alla luce di questa significativa premessa, credo sorga spontanea la domanda a sapere se omettere tali fondamentali elementi ad una popolazione che si vuol convincere cir ca «le sfide del proprio futuro» sia chiara, precisa e soprattutto completa informazione pubblica.
In un mondo in cui l'informazione, ma al tempo stesso anche la disinformazione, sono sempre di più facile ed immediato accesso, si possono o meno condividere le opinioni altrui, ma nell'esprimere le proprie è assolutamente necessario stabilire le modalità della loro espressione perché possano davvero costituire la base di una discussione democratica, piuttosto che l'origine di un'enorme Babele… come purtroppo da un po' di tempo capita a
Massagno.
Poi, una volta chiaramente informati, si può essere d'accordo di spendere quei soldi e eseguire quel progetto attraverso il referendum, ci mancherebbe.
Lo stesso dicasi per eventualmente ristrutturare e quindi mantenere la palestra e la piscina esistenti (senza mensa, però!) così come sembra apparire da altre posizioni degli stessi referendisti: tra l'una e l'altra ipotesi, entrambe già valutate dal Municipio, ci sono ben 10 milioni di differenza e scenari completamente diversi!
Specialmente se finalizzati ad un dibattito che si vuole democratico come dovrebbe essere quello in atto, ogni nostro ragionamento, ogni nostra opinione devono partire da dati precisi e, soprattutto, basarsi sull'approfondita conoscenza dei fatti: la democrazia, per funzionare bene, richiede soprattutto competenza, conoscenza ed autorevolezza.
Così facendo, si eviterebbe di illudere la gente che i costi dei progetti faticosamente allestiti possono essere, come al mercato, oggetto di trattative e riduzioni promozionali, così come gli studi finora intrapresi siano cose del tutto superficiali, facilmente modificabili e, soprattutto, dal primo che passa!
Proprio per questo nell'ambito delle discussioni ormai lanciate mi sembra particolarmente opportuno ed urgente il richiamo al civico e civile senso di responsabilità e chiedere semplicemente una cosa: il rispetto del cittadino.
Affinché, e vale per tutti, l'informazione che si sta dando alla popolazione di
Massagno sia corretta, completa e sorretta da oggettivi dati di fatto, soprattutto non strumentale alle mezze verità che sviliscono il dibattito, trascinandolo nella gratuita e dannosa polemica.
Tutto questo affinchè la nostra gente, confrontata con una decisione di così grande portata per il proprio futuro, non sia sopraffatta da quella confusione mediatica e quella aggressività politica che, purtroppo, già inizia a far capolino nel nostro Comune.