Troppo caro senza piscina
Ho voluto farmi un'opinione personale sulle questioni poste dal referendum di Massagno, che sono sostanzialmente due: l'elevato investimento (18 milioni di franchi) e la rinuncia alla piscina scolastica.
Non c'è dubbio che per realizzare gli impianti sportivi delle scuole comunali si richiede ai cittadini un grande sforzo finanziario (che si ripercuoterà massicciamente sul moltiplicatore d'imposta) ed è altrettanto vero che le doppie palestre realizzate recentemente in Ticino e altrove sono costate dai 3 ai 5 milioni in meno di quella proposta a Massagno. Contrariamente a quanto sostiene il Municipio il costo unitario di costruzione di Massagno non è "assolutamente in linea" con quelli usuali, che per opere recenti si situa attorno ai 500 FR/m3, ma è molto più alto, per la semplice ragione che questi comprendono gli onorari di progetto mentre quello di Massagno ne è privo. Aggiungendovi l'importo mancante si arriva ad un costo di ca. 650 FR/m3, superiore del 25%-30% ai valori usuali.
Deve essere allora spiegato perché il progetto è così caro. Non certamente per spreco, le ragioni sono altre. Avrei desiderato essere meglio documentato ma le Autorità, cui ho richiesto i dati necessari, me li hanno negati con l'incredibile motivo che non avrebbero potuto controllarne l'uso corretto (siamo alla censura preventiva!). Quindi sono obbligato a ragionare per ipotesi, e lo faccio semplicemente.
L'edificio progettato assolve varie funzioni: palestra doppia, spalti e servizi per gli spettatori, refettorio e mensa, piazza pensile, forma architettonica di prestigio. Ognuna di queste funzioni ha il suo costo. Per esempio gli interventi per accogliere gli spettatori alle competizioni sportive richiedono volumi supplementari e infrastrutture che costano almeno un milione di franchi. Ma è una spesa che ritengo accettabile e a cui non vorrei rinunciare. Quello che invece determina il vero maggior costo è la realizzazione della piazza sul tetto della palestra e l'ardita forma architettonica della costruzione. Valuto che sul totale dei costi dell'edificio, questi elementi incidono almeno per 3 milioni di franchi.
Se la disponibilità finanziaria fosse illimitata, il Comune avrebbe potuto soddisfare tutti i desideri. Ma evidentemente così non é. E quindi la politica ha dovuto scegliere tra mantenere in loco la piscina scolastica (fiore all'occhiello e vanto del Comune per 40 anni) oppure sacrificarla e realizzare invece un piazza scolastica sul tetto della palestra a fronte di un espressivo edificio a forma di nave.
La scelta, in sé lecita, avrebbe richiesto un aperto confronto tra le varie opinioni, prima della decisione del CC. Gli argomenti che vengono ora sviluppati avrebbero allora potuto indurre altre formulazioni progettuali economicamente più convenienti e non dubito, visto il valore dei progettisti, che si sarebbero trovate appropriate soluzioni, probabilmente largamente condivise. Invece al punto in cui siamo arrivati non c'è purtroppo più spazio per la mediazione. Un valido compromesso costruttivo e finanziario sarà possibile solo dopo il rigetto del credito in votazione popolare.
Ing. Marco Sailer, Massagno
TRE ARGOMENTI CIVICI, sono quelli che fanno pendere la bilancia verso il NO, indipendentemente dalla riconosciuta qualità architettonica del progetto.
Noi siamo una minoranza, spesso sosteniamo le ragioni delle minoranze, la nostra illusione è di argomentare in modo convincente e di comportarci correttamente.
1. L’ultima decisione del CC ha rotto un patto tra l’Autorità e cittadini
Un patto che è stato siglato nel 2006 quando il CC ha deciso all’unanimità (e con il plauso dei cittadini) di avviare il progetto di rinnovamento delle scuole con doppia palestra e piscina a costi inferiori a 20 milioni di franchi. Anche la giuria del concorso aveva aderito all’ipotesi. Alla fine della progettazione però si è arrivati a una costruzione di 35 mio (il doppio dell’intenzione iniziale), senza piscina. Il credito è stato imposto dalla maggioranza, senza negoziazione con coloro che sostenevano l’idea iniziale: il patto iniziale è stato rotto unilateralmente. Chi sosteneva la piscina scolastica ha dovuto subire la decisione della maggioranza senza possibilità di chiedere un ripensamento del progetto.
2. L’architettura non fa politica
Voglio dire: nel nostro ordinamento civico non sono gli architetti che definiscono gli indirizzi della comunità, sono le Autorità. Normalmente gli architetti applicano le loro competenze all’interno di condizioni quadro fissate dalle istituzioni (Municipio, CC, cittadini). Nel caso delle scuole di Nosedo non possono essere gli architetti a stabilire il programma funzionale, l’investimento sopportabile o lo stralcio della piscina; essi non sono nemmeno autorizzati a dare un nuovo indirizzo urbanistico al Comune. Creare una piazza sul tetto della palestra, piazza che si aggiunge a quella maggiormente usata a pian terreno, può essere una bella invenzione ma è un’invenzione che costa e che non è stata commissionata né ratificata da nessuno. L’indirizzo urbanistico del Comune prevede spazi pubblici nel nuovo centro civico (Lux e casa anziani) e spazi scolastici alle scuole di Nosedo. Un cambiamento di indirizzo non può essere fatto passare sottobanco, sottacendone i costi e le finalità. E poi il nuovo indirizzo non convince, ci sono ragioni per temere che l’investimento al cinema Lux sarà accantonato o molto ritardato.
3. È la terza volta che si esclude la partecipazione dei cittadini
Tre referendum in meno di due anni; tutti hanno in comune la richiesta di dialogo e di partecipazione dei cittadini. I referendum di Massagno reagiscono contro una conduzione politica che impone le scelte senza dare alle minoranze e ai cittadini alcuna occasione di partecipare. Prima si decide e poi semmai si discute. Questo metodo è contestato, ora i cittadini hanno imparato a far sentire la loro voce, non solo per mostrare che sono in molti a non pensarla come la maggioranza del Municipio ma anche per richiedere che si cambi metodo e si adotti la via della ricerca di soluzioni concordate. Nel caso attuale se i cittadini dovessero rifiutare il credito i referendisti si impegneranno a proporre (con gli stessi progettisti) l’elaborazione di un progetto concordato e non dubito un istante che ne risulterà un’ottima soluzione. Se invece il progetto verrà approvato non ci sarà motivo per essere orgogliosi della soluzione strappata: non avremo più la piscina scolastica e avremo comunque speso troppi soldi pubblici.